Mi è capitato durante la riparazione di alcuni esemplari di AGAL- AGAL e similari, dell'Amico e collezionista Simone Centinari, di notare una diversità sulla forma del coperchio del corpo, incuriosito tolgo le viti e con grande stupore mi sono accorto che il fissaggio della girante è composto da un fermo a forcella tipico dei mulinelli Made in Japan anni sessanta. Continuando con l'esame trovo altri dettagli piuttosto insoliti, quindi, come spesso mi capita prelevo gli stessi modelli dalla mia collezione e inizio la comparazione, quello che ho riscontrato lo potrete apprezzare di seguito in questo articolo. |
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Da queste immagini si evince la miglioria della chiusura del corpo, a destra, il carter della prima e seconda versione con i due lobi circolari come le "orecchie di Topolino", a sinistra la terza che presenta il carter che ha subìto il cambiamento, i due lobi sono stati legati con un segmento. Chi ha smontato qualche AGAL avrà già intuito lo scopo di questa modifica in effetti l'esiguo spessore delle delicatissime asole di alloggiamento delle viti fa si che alla minima pressione esercitata dalle stesse queste si sbriciolano. |
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Terza versione scomposta, come si può notare è sufficiente sfilare il piccolo tassello di acciaio ad "U" per smontare il mulinello; con questo accorgimento vennero ridotti notevolmente i tempi di assemblaggio e anche semplificata la costruzione. |
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Dalla seconda versione in poi l'archetto realizzato in alluminio originale sarà sostituito con quello in ottone nichelato anche questo però realizzato per fusione. L'eccentrico del guidafilo d'ora in poi sarà in lamiera di acciaio tranciato, anche i dadi di fissaggio saranno rimpiazzati da viti speciali denominate a collare parzialmente filettate. Queste modifiche compatibilmente con i periodi e gli accordi commerciali potrebbero essere riscontrabili anche nei prodotti export. |
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Renzo Di Paolo - Febbraio 2022 |
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