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In verità la storia è finita sul più bello, ma partiamo dall'inizio.
In un giorno fortunato dell'anno 2008 riesco ad entrare in possesso di una cassetta piena di mulinelli, alcuni piuttosto apprezzabili, tra i quali ben sette! esemplari di Cormoran.
Il problema era che questi ultimi presentavano bobina e pomelli costruiti artigianalmente e dissimili da quelli che siamo abituati a vedere. Fino ad un anno fa pensavo si trattasse di "resti di magazzino", di "ultimi" esemplari assemblati alla bell'e meglio dal precedente possessore.
Tutto questo finché, un bel giorno, capito da un amico che mi mostra un Cormoran assemblato in modo diverso dai miei, ma pur sempre assemblato, e non verniciato. Mi dice poi che il mulinello veniva costruito a Pavia (con mia somma gioia, perché vi abito a pochi chilometri) e che lui conosce il nipote del costruttore.
Ovviamente, con l'entusiasmo alle stelle, chiedo immediatamente di essere messo in contatto col suddetto nipote; l'incontro avviene qualche tempo dopo, e da ciò vengo a conoscenza di quello che ora vediamo.
Nell'anno 1946 il Sig. Lunghi Cesare (1903 – 1978) nato a Copiano (PV), assieme ad un collega di lavoro alla fonderia NECCHI (un tempo la principale fabbrica della città), inizia a costruire i primi esemplari.
Per i due, abili attrezzisti, non è difficile prendere spunto da prodotti di spicco dell'epoca (in particolare ALCEDO e MAJOR ASSO), e costruire un prodotto dall'ottima robustezza e qualità.
Il CORMORAN viene poi assemblato, nel dopolavoro, in un'officina di Via Breventano, a poca distanza, e viene così chiamato proprio in onore dei primi cormorani, allora non ancora infestanti, che sorvolavano il Ticino.
I due "inventori" si recavano poi personalmente nei negozi di pesca e similari per cercare di piazzarne qualche esemplare, ma nacque qualche dissidio tra di loro ed, a detta del nipote, la costruzione si interruppe dopo all'incirca cinquanta esemplari.
Questi primi mulinelli non erano verniciati, avevano in genere la bobina in plastica nera ed i pomelli gialli. |
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Questo è tutto quanto dettomi dal nipote del Signor Lunghi ma, pur ringraziandolo infinitamente, qualcosa non mi tornava; anzitutto cinquanta esemplari erano indubbiamente troppo pochi, soprattutto per pensare di brevettarlo.
Ammesso, cosa stava a significare la lettera M sopra la dicitura "PATENT"?
Volendo saperne di più mi recai all'ufficio brevetti, dove trovai tutt'altra storia, che elenco subito:
- Il 17 – 3 – 1947, a Torino, il Signor Merletti Giuseppe (da qui il significato di M PATENT) ha presentato domanda, nella serie "invenzioni", per "bobina ricaricabile sul suo mozzo per mulinelli da pesca".
- Il 19 – 5 – 1947 ha poi presentato domanda, nella serie "marchi", per "mulinelli da pesca".
- Il 20 – 9 – 1947 ha infine presentato, nella serie "modelli", domanda per "mulinello da pesca con effetto ornamentale prodotto da un tamburo di avvolgimento di forma a botte con nervatura anulare e da una scatola per gli ingranaggi con profilo anteriore rettilineo e posteriore curvo".
La "mia" storia finisce qui, ma sarebbe molto interessante capire invece il collegamento tra queste due storie, che non possono essere inventate, per cui si può solo pensare (e dico pensare) ad un collegamento tra il Signor Lunghi ed il Signor Merletti, ad un assemblaggio in almeno due luoghi diversi o, più difficilmente, ad assemblaggi "particolari" dei primi esemplari con bobine e pomelli "provvisori" e senza verniciatura.
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Probabile prima versione |
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CORMORAN ... da un Catalogo RAVIZZA (inizio anni "50) |
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Roberto Granata - gennaio 2016 |
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