Dopo la lunga e piacevole serie di brevetti, di marchi distintivi e simili scoperti lo scorso anno,ecco emergere ancora una serie di documenti, tutti riguardanti la ditta SIGISMONDI di Torino, che permettono di rendere la lunga epopea di questa azienda meno frammentaria; insomma, un altro piccolo viaggio nel tempo ancora una volta, come fu per l' ALCEDO, a Torino. Quindi... partiamo. |
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- LE ORIGINI |
Da una scheda pubblicata su questo sito (4-2020) ad opera del nostro Renzo Di Paolo, si può evincere che la SIGISMONDI fu fondata nel 1844: abbiamo dunque a che fare, dopo la SPEM, con la seconda ditta italiana in ordine di anzianità. Non sappiamo, purtroppo, il nome del fondatore; una delle ipotesi più logiche potrebbe ricondurci al padre, se non al nonno, di chi vediamo subito nella più antica "registrazione" che finora abbiamo reperito.
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- ATTESTATO DI TRASCRIZIONE - 1 ottobre 1898 |
Abbiamo a che fare col più antico marchio di fabbrica tra i tanti ritrovati dallo scorso anno ad ora. Ed è l' unico, fino ad ora, risalente al secolo XIX, una vera chicca. In questo scritto si specifica la denominazione, "ditta Angelo Sigismondi" nonché l'ubicazione "Torino via Po n°38". Viene poi descritto molto dettagliatamente ed altrettanto ben rappresentato il marchio di fabbrica, come possiamo vedere in foto. Evitiamo di trascrivere il tutto; l'importante ora è trovare i vari "trait d'union". Questo è il primo documento dove oltre al cognome SIGISMONDI compare anche un nome, e probabilmente anche il primo a "regolarizzare" questa già antica azienda. Vediamo ora di inquadrare i passi successivi. |
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- MARCHIO DI FABBRICA - 7 ottobre 1937 |
Sono passati 39 anni e la ditta ha assunto la denominazione che conosciamo, ossia "VITTORIO SIGISMONDI". Costui, anche facendo i dovuti conti, potrebbe essere il figlio così come il nipote per via diretta od indiretta di Angelo. In un simile lasso di tempo tutte e tre le ipotesi sono plausibili; escluderei Vittorio come fratello di Angelo. In ogni caso, quello che si rivela certo, é la continuità di un'azienda di famiglia e, considerati i quasi cento anni dalla fondazione, Vittorio potrebbe rappresentare già la terza o la quarta generazione. Curioso il fatto che in questa registrazione si contemplano soltanto "peli trafilati per pesca" ma ora, proseguendo, si potrà capire qualcosa in piú. |
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- MARCHIO DI FABBRICA - 11 dicembre 1941 |
Sono passati soltanto quattro anni ed ecco che la stessa persona (Vittorio) rifà un marchio di fabbrica dove dichiara di produrre la stessa roba già dichiarata. Questo accade perché, se guardiamo bene, cambia radicalmente il disegno del marchio. A questo punto interrompiamo, per una migliore comprensione, l'ordine cronologico dei documenti, anche se di poco. |
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- MARCHIO DI FABBRICA (O BREVETTO) - 19 novembre 1946 |
In questa data Vittorio rinnova il brevetto, sempre per "peli trafilati da pesca". Il fatto assai curioso é che ritorna il vecchio logo della ditta, quello del 1937, che era cambiato radicalmente nel 1941. Incomprensibile? A prima vista si, ma dai prossimi documenti lo sarà forse un po' meno. |
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- BREVETTO PER MARCHIO D' IMPRESA - 21 novembre 1945 |
E qui entriamo nel bello del discorso. La società in accomandita "Crini di Firenze" di Giuseppe Sigismondi eC. brevetta un marchio (di primo deposito) denominato "S.A.P." (da non confondere coi mulinelli francesi SAP) ma probabilmente si tratta delle iniziali Sigismondi ed altri, riguardante articoli di pesca, di caccia e sportivi. Ma ecco a seguire un'altra sorpresa. |
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- (ALTRO) BREVETTO PER MARCHIO D' IMPRESA 21 novembre 1945 |
Lo stesso giorno, pochi minuti dopo, Giuseppe Sigismondi eC., sempre con la società in accomandita "Crini di Firenze", brevetta un altro marchio, che possiamo vedere nella foto dell'attestato. Oltre alle merci dell'altro brevetto, qui compaiono anche strumenti di medicina, chirurgia ed affini. Appare chiaro che per produrre questi ultimi vi sia stato bisogno di un altro brevetto, ma la cosa curiosa é che questa "nuova" ditta, assieme agli strumenti medici, propone pure lei articoli di pesca, di caccia e sportivi. Secondo il mio modesto parere, nonostante la necessità di due brevetti, diverse persone potevano, a seconda delle loro competenze, far parte di una, dell'altra o di entrambe le aziende. Anche per ciò si sarebbe scelto questo tipo di società. |
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- BREVETTO PER MARCHIO D'IMPRESA - 14 marzo 1953 |
Ennesimo "colpo di scena": Ester Sigismondi, sempre con una società in accomandita, brevetta la F.A.S.E.M. (Fabbrica Articoli Sportivi e Metallici) con l'intento di produrre (solo) articoli di pesca, di caccia e sportivi in genere. |
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- DEDUZIONI VARIE |
Dopo questa lista di brevetti, che non ho volutamente interrotto per raggruppare il tutto, nascono però spontanee le domande che a noi interessano in modo particolare. Chi era Giuseppe Sigismondi? Probabilmente il fratello di Vittorio, o forse più difficilmente il cugino.
Forse non si era mai sentito parlare di lui perché, quando fonda la società "Crini di Firenze", la società di Vittorio era già affermata da anni ed aveva radici, come abbiamo visto, molto antiche. Tuttavia la nuova società produce articoli di pesca e di caccia, mentre Vittorio, sia nei due brevetti anteriori che nell'ultimo del 1946, continua a produrre (o comunque dichiara di produrre) peli trafilati per pesca. Sappiamo però dai libri del compianto Silvano Baraldi, che già nel 1939 la ditta Vittorio Sigismondi produceva un piccolo rotante in ottone, e possiamo vedere che il logo della ditta non é quello che appare sui brevetti (neanche su quello del 1937, sebbene anteriore), ed é più simile, ma non uguale, al primitivo marchio del 1898.
Perché dunque queste complicanze? Semplicemente perché, come é stato per quasi tutte le altre ditte, il periodo pre-bellico e quindi gli anni della guerra hanno portato, per tante leggi e motivi che non stiamo ora ad elencare, le ditte a dover mutare le loro politiche, a "regolarizzarsi" nel senso lato del temine inizialmente, ma poi "sul serio" a guerra terminata, come possiamo vedere per altri marchi. Infine, chi era Ester Sigismondi? Quasi sicuramente la figlia di Vittorio; più difficilmente di Giuseppe. Il marchio é di primo deposito; probabilmente una successione.
E più avanti.... Il vuoto, sorte che toccherà in seguito dapprima alle piccole realtà e successivamente anche ai grandi marchi. Il resto é cronaca. |
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Roberto Granata in collaborazione con Sergio Di Marco
- Luglio 2025 |
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